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dove cavolo sto andando . . .

Pasted Graphic 1


come tutti mi chiedo dove cavolo sto andando
perché certe scelte e perché certi errori
perché così e non come avevo previsto?
perché sto male quando vorrei stare bene?
e perché c’è la nebbia quando invece vorrei il sole?
chi è che decide come vanno le cose?
chi è che sceglie per me?
ci sarà pure un senso in tutto
o forse no, un senso non c’è
almeno adesso, quando le cose accadono; non capisco il senso e non capisco il perché
ma forse non c’è niente da capire e niente da spiegare
sì . . . e se il segreto fosse nel fatto che basta farci seghe mentali perché è ora di iniziare a vivere?
io sono un ex campione mondiale, anzi intergalattico di seghe mentali
solo che a forza di chiedermi perché e percome mi perdevo il gusto delle cose
basta, basta, basta . . .

basta pensare
oddio, non è che sia così facile: penso che non dovrei pensare; quindi sto pensando
no, caro mio . . . io mi concentro su ciò che faccio, lo vivo; così non penso
e se mi viene da pensare, mi dico che sto pensando, che non va bene e che devo prestare attenzione a ciò
che sto facendo
il pensiero se ne va ed io continuo a fare, disfare, godere, soffrire . . . insomma, vivere!
e se mi chiedi che ne sarà domani, ti rispondo che non lo so; so solo che non so se ci sarò domani e quindi
vale la pena di prestare attenzione a ciò che faccio oggi, anzi ora

ma dove sto andando?
e che ne so?
a volte mi sembra di essere in balia degli eventi
mi sembra di essere trascinato dalla corrente, come se fossi una barchetta di carta
ma non so mica dove sto andando
di una cosa sono certo: sto cercando di vivere
con le gioie ed i dolori
sarebbe bello ci fossero solo le prime, ma questo mondo l’hanno fatto così
i dolori insieme alle gioie
e allora se capisco che non posso essere sempre felice, i dolori mi faranno meno male
e se capisco che non posso stare sempre male, quando provo una gioia la godo molto di più
ma non mi chiedere dove sto andando, perché non lo so
te lo dirò dopo che avrò vissuto
e se mi sarà rimasta un po di ragione, forse allora capirò perché le cose sono andate così

però, a pensarci bene, quante illusioni in nome del voler stare bene, del dipingere il mondo a toni pastello
poi scopro che ci sono i toni di grigio, fino al nero
e che cavolo… nessuno me l’aveva detto
perché? percome? qual è la ragione? qual è il senso? chi ha deciso per me?
e se a me non stesse bene?
ma stare bene cosa?
che chi ti è amico magari un bel giorno ti volta le spalle?
che chi riceve una mano non è neanche capace di dire grazie?
che se una persona ti ama non salterebbe nel fuoco per te, come tu faresti al suo posto?
che, che, che . . .
quanti discorsi inutili, giusto per farsi belli con le parole
ma va, non mi ci far pensare, che l’importante è capire che viaggio sto facendo, dove sto andando con la mia
barchetta di carta
capire? ecco ci risiamo . . . capire, pensare, gestire, organizzare la vita
machissenefrega!
non ci voglio pensare, non voglio sapere, voglio scoprire giorno dopo giorno
e voglio viverlo questo viaggio
con la consapevolezza che non ho niente di diverso dagli altri, niente di più, niente di meno

io, come tutti, sono unico nel mio modo di essere
e sono una barchetta di carta come tutte le altre, come tutti gli altri
ognuno con i propri problemi, le proprie gioie, i propri dolori
solo una cosa ho capito: che siamo tutti uguali
ma non chiedermi dove sto andando, perché non lo so
so solo, perché me l’ha detto un caro maestro zen, che “siamo tutti immersi nello stesso mare” . . .





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